Correzione dei difetti della vista

Cause e terapie per i vizi di rifrazione

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Ascolta l’intervento del Dott. Sbordone sui difetti della vista

Cornea, Cristallino, Iride, Pupilla e Retina contribuiscono a regolare e a trasmettere le immagini al nervo ottico e, tramite questo, al nostro cervello. La non corretta focalizzazione dei raggi luminosi sulla Retina provoca un errore o vizio di rifrazione.

I difetti della vista non permettono quindi la corretta messa a fuoco dell’immagine sulla retina. Tale messa a fuoco avviene in taluni casi davanti alla retina, come nel caso della miopia, o dietro come per l’ipermetropia e la presbiopia, oppure in parte sulla retina ed in parte davanti o dietro, generando astigmatismo semplice, oppure infine davanti e parte dietro alla retina, generando astigmatismo misto.

Negli ultimi anni le tecniche per correggere i difetti della vista si sono andate raffinando sempre più, permettendo alla chirurgia refrattiva di raggiungere un ottimo grado di diffusione, anche in Italia. Esistono differenti tecniche laser per la correzione dei difetti della vista ed il consiglio è quello di sottoporsi sempre ad una o più visite di controllo per permettere al medico oculista di capire quale tecnica applicare nel caso specifico. È possibile tornare a vedere bene anche in presenza di più difetti della vista in contemporanea, persino con grado di gravità pronunciato.

Classificazione dei difetti della vista

Scopri di più sui difetti della vista più comuni

Miopia

La miopia è un’ametropia o un’anomalia refrattiva, ossia una patologia oculistica a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto posto all’infinito non si focalizzano correttamente sulla retina, ma davanti a essa.
La conseguenza è che gli oggetti osservati tendono ad apparire sfocati e la visione migliora con la riduzione della distanza a cui si guarda.

I raggi luminosi che passano attraverso i mezzi diottrici (cornea, cristallino, ecc.) convergono, all’interno del bulbo oculare, davanti alla retina anziché su di essa (dunque il punto di fuoco risulta spostato verso la pupilla). La conseguenza è che il punto remoto, cioè quello più lontano dall’occhio a cui vi è una visione nitida senza accomodazione, è posto a una distanza finita invece che all’infinito, come invece avviene in un occhio senza difetti di vista (detto emmetrope).
La distanza massima a cui un soggetto riesce a vedere nitidamente è inversamente proporzionale al grado della miopia. Per esempio, un miope di -2.00 diottrie riesce a vedere nitidamente al massimo a 50 centimetri (ossia a 1/2 metro). Tuttavia, il soggetto miope sarà in grado di ottenere una messa a fuoco per punti ancora più vicini rispetto a un soggetto emmetrope.

Astigmatismo

L’astigmatismo è un’ametropia, ossia una patologia oculistica che si presenta quando il sistema oculare non è in grado di formare un’immagine puntiforme di un oggetto puntiforme. Si può anche intendere quella condizione refrattiva in cui esistono variazioni di potere nei differenti meridiani dell’occhio. Può essere associato a miopia, ipermetropia e presbiopia.

I raggi che attraversano il diottro oculare non si concentrano in un punto, ma formano una conoide di Sturm; il diottro oculare equivale a una combinazione sfero-cilindrica. Secondo la posizione che le linee focali della conoide di Sturm occupano rispetto alla retina, l’astigmatismo può essere semplice, composto o misto. Possiamo individuare due meridiani, detti meridiani principali: uno di potere massimo e uno di potere minimo, solitamente ortogonali fra loro.

Ipermetropia

L’ipermetropia è un difetto visivo (ametropia), cioè una patologia oculistica per la quale i raggi di luce provenienti da oggetti distanti, anziché arrivare correttamente sulla retina dell’occhio, si focalizzerebbero in una zona dietro di essa, rendendo quindi sfocata la visione a tutte le distanze. Tuttavia quando il difetto è lieve, l’occhio, fino a 40 anni circa, riesce a correggere naturalmente il difetto attivando perennemente il meccanismo di accomodazione; in questo modo la visione risulta chiara e nitida come in un occhio normale (emmetrope), anche se questo continuo sforzo della vista spesso affatica gli occhi.

Da un punto di vista anatomico il bulbo oculare è troppo corto rispetto al potere refrattivo (ossia alla capacità di messa a fuoco dell’occhio). Per questo motivo, la maggior parte dei bambini alla nascita presenta una leggera e fisiologica ipermetropia, compensata totalmente dal processo accomodativo, che via via regredisce, fino a scomparire totalmente verso i 6-7 anni; si consiglia di non correggere questo difetto infantile con gli occhiali, sia perché il bambino accomoda molto bene, e sia perché una piccola riserva di ipermetropia infantile impedisce lo sviluppo futuro di una miopia. Tuttavia, se il difetto non diminuisce spontaneamente con la crescita, il bambino può sviluppare delle forme di strabismo, gli occhietti si arrossano e lacrimano e, quando inizia la scuola, il bimbo avrà difficoltà a leggere la lavagna e ancora di più a leggere sui libri; per prevenire queste complicazioni, si consiglia di effettuare la prima visita oculistica dei bambini intorno ai 3 anni e ripeterla almeno ogni 2 anni: in tal modo il medico oculista valuterà se si tratta di un difetto fisiologico, contenuto e in fase di regressione, oppure di un difetto non trascurabile che prevede la prescrizione di un primo paio di lenti.

Cause più rare dell’ipermetropia possono essere:

  • una riduzione della curvatura della cornea e/o del cristallino
  • un’eccessiva distanza tra cristallino e cornea

Presbiopia

La presbiopia, detta anche presbitismo è una condizione parafisiologica dell’apparato visivo che non consente di vedere in modo nitido da vicino. Non appartenente ai difetti di rifrazione, non fa quindi parte delle ametropie. Si tratta di un calo del potere di accomodazione dell’occhio al di sotto delle 4 diottrie, dovuto a un progressivo irrigidimento del cristallino.

La presbiopia, in un occhio finora non affetto da altri difetti visivi, si manifesta come difficoltà a mettere a fuoco da vicino: si ha difficoltà a leggere, a lavorare al computer, ecc. Questo avviene perché il livello di accomodazione disponibile è diventato insufficiente per garantire una buona messa a fuoco alle brevi distanze. Insorge per lo più tra i 40 ed i 50 anni (a seconda degli individui) e, secondo diversi studi, è minore in abitanti delle basse latitudini. Fino a 65 anni circa il potere accomodativo continuerà a diminuire notevolmente, per poi stabilizzarsi.

All’inizio, quando è presente ancora una ridotta capacità di accomodazione, si può ovviare al difetto visivo allontanando dagli occhi ciò che si legge (allungare le braccia); tuttavia dopo i 50 anni diventa indispensabile l’uso di lenti correttive per la lettura da vicino, poiché il livello di accomodazione residuo è ormai estremamente ridotto, e qualsiasi tentativo di mettere a fuoco naturalmente può creare affaticamento visivo, bruciori agli occhi e mal di testa, soprattutto in assenza di una forte illuminazione.
Interazioni con altri difetti

Nei soggetti che presentano una miopia lieve o moderata, la presbiopia non viene sempre avvertita perché un occhio miope è già naturalmente focalizzato sulle brevi distanze, e raramente fa uso del meccanismo di accomodazione, pertanto la visione resta pressoché invariata ad occhio nudo (sfocata e confusa da lontano ma nitida da vicino); tuttavia, con l’insorgere della presbiopia, il miope si renderà conto che con le sue lenti correttive per vedere bene da lontano, non sarà più in grado di vedere correttamente anche da vicino, pertanto sarà sempre obbligato a toglierle. Chi è affetto da una miopia notevole, invece, non dovrà togliere completamente gli occhiali per leggere da vicino (in tal caso dovrebbe avvicinarsi eccessivamente a ciò che legge), ma farne un altro paio con gradazione inferiore rispetto a quella per lontano, in modo da ottenere una visione nitida a distanza di lettura (30-40cm) .

Diversamente nei soggetti ipermetropi, la presbiopia può influire molto sulla capacità visiva, poiché gli occhiali per la visione da lontano diventano insufficienti per vedere nitidamente da vicino, rendendo necessario l’uso di lenti ancora più forti per la lettura; per le ipermetropie latenti (fino a +1.50 diottrie), l’arrivo della presbiopia piano piano smaschera il difetto di ipermetropia, fino ad allora occultato dalla continua accomodazione della vista, perché dapprima si manifesta la visione sfuocata da vicino, ma nel giro di 2-3 anni si iniziano ad avere piccole difficoltà di messa a fuoco anche da lontano, con conseguente affaticamento della vista; anche in questo caso sarà necessario un paio di occhiali per la visione da lontano (correzione ipermetropia) ed uno più forte per la visione da vicino (correzione ipermetropia + correzione presbiopia)