Ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un astigmatismo che varia continuamente nel tempo è obbligatorio pensare alla possibilità di un cheratocono.La diagnosi di cheratocono viene effettuata soprattutto con la cheratometria, la topografia, la tomografia, la pachimetria. Esistono vari stadi di cheratocono (I, II, III, IV). La deformazione della cornea si segue mediante un esame detto “topografia corneale”, indispensabile per poter monitorare la progressione della malattia, oltre che per personalizzare una lente a contatto su misura.
Lo strumento proietta una serie di anelli luminosi ed elabora l’immagine riflessa dalla cornea, creando una stampa con diversi colori per identificare le varie curvature analizzate. I sintomi del cheratocono sono innanzitutto una vista che varia nel tempo con un astigmatismo di solito irregolare.
La diagnosi viene confermata dalla esecuzione di una topografia corneale e di una pachimetria corneale o di una tomografia corneale con uno strumento come la pentacam molto utile nel cheratocono.
Conviene fare degli accertamenti se: – si sa di avere parenti stretti che hanno il cheratocono. – con occhiali , pur in presenza di occhi sani, non si raggiungono i dieci decimi al controllo della vista. – si sa di essere astigmatici e si inizia a vedere male con l’occhiale che prima andava bene: può essere il cono che si modifica.
Ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un astigmatismo che varia continuamente nel tempo è obbligatorio pensare alla possibilità di un cheratocono. Il cheratocono è diviso in stadi dal I al IV, esiste poi una forma precoce chiamata cheratocono frusto, in cui solo la topografia corneale permette di fare la diagnosi.