Cheratocono

Cause e sintomi

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Ascolta l’intervento del Dott. Sbordone sul cheratocono

Il cheratocono è una malattia oculistica presente in circa 1 persona ogni 2000. Si tratta di una patologia degenerativa della cornea (distrofia corneale progressiva non infiammatoria) che può colpire uno o, di solito, entrambi gli occhi. Se il medico oculista pone la diagnosi ed interviene in tempo, ha un’ottima prognosi.

Caratteristiche del cheratocono

A causa di questa anormalità la cornea si deforma allungandosi in avanti, distorcendo le immagini (una distrofia corneale detta ectasia), facendo in modo che la superficie oculare trasparente tenda ad assumere una forma di cono.
Generalmente colpisce entrambi gli occhi (96% dei casi). Il problema insorge quando la parte centrale della cornea inizia ad assottigliarsi e a incurvarsi progressivamente verso l’esterno (ossia la superficie oculare trasparente diviene sporgente). Si verifica quindi una curvatura irregolare della cornea, che perde la sua forma sferica, divenendo conica. Ha una lieve predominanza nel sesso maschile (63,4%), secondo uno studio francese dell’Associazione specialisti lenti a contatto, e sembra in relazione a disfunzioni delle ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide).
Secondo il Clek Study (Collaborative Longitudinal Evaluation of Keratoconus), è presente un’atopia nel 53% dei casi. Può esistere anche una predisposizione ereditaria. La malattia insorge di solito durante la pubertà (sono anche descritti rarissimi casi congeniti), progredisce fino ai 30-40 anni per poi arrestarsi spontaneamente, nel 25% dei casi porta al trapianto di cornea e inoltre si può perdere la vista.

Domande frequenti

Tutto ciò che c’è da sapere sul cheratocono

Ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un astigmatismo che varia continuamente nel tempo è obbligatorio pensare alla possibilità di un cheratocono.La diagnosi di cheratocono viene effettuata soprattutto con la cheratometria, la topografia, la tomografia, la pachimetria. Esistono vari stadi di cheratocono (I, II, III, IV). La deformazione della cornea si segue mediante un esame detto “topografia corneale”, indispensabile per poter monitorare la progressione della malattia, oltre che per personalizzare una lente a contatto su misura.

Lo strumento proietta una serie di anelli luminosi ed elabora l’immagine riflessa dalla cornea, creando una stampa con diversi colori per identificare le varie curvature analizzate. I sintomi del cheratocono sono innanzitutto una vista che varia nel tempo con un astigmatismo di solito irregolare.
La diagnosi viene confermata dalla esecuzione di una topografia corneale e di una pachimetria corneale o di una tomografia corneale con uno strumento come la pentacam molto utile nel cheratocono.
Conviene fare degli accertamenti se: – si sa di avere parenti stretti che hanno il cheratocono. – con occhiali , pur in presenza di occhi sani, non si raggiungono i dieci decimi al controllo della vista. – si sa di essere astigmatici e si inizia a vedere male con l’occhiale che prima andava bene: può essere il cono che si modifica.

Ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un astigmatismo che varia continuamente nel tempo è obbligatorio pensare alla possibilità di un cheratocono. Il cheratocono è diviso in stadi dal I al IV, esiste poi una forma precoce chiamata cheratocono frusto, in cui solo la topografia corneale permette di fare la diagnosi.

Si osserva più frequentemente nel sesso femminile, la causa sarebbe legata ad una fragilità del collagene che costituisce la cornea associata in alcuni casi a traumatismi ripetuti; compare nel periodo dell’adolescenza, per progredire in varia entità fino a stabilizzarsi nell’età adulta.

Di solito il cheratocono è bilaterale una volta diagnosticato il cheratocono in un occhio si può prevenire il peggioramento dell’altro occhio evitando di sfregare l’occhio correggendo le cattive abitudini che possono portare a microtraumi ripetuti sulla cornea e infine con il cross linking della cornea.
Per rallentare la progressione del cheratocono occorre evitare di sfregare gli occhi e se il cheratocono è in fase iniziale è utile il cross linking del cheratocono. Il trattamento del cross linking serve per rendere la cornea più resistente e quindi più difficile la sua deformazione. Può essere effettuato solo in casi selezionati.

Le tecniche per la cura del cheratocono e per migliorare l’acuità visiva in pazienti con cheratocono includono l’uso di occhiali, lenti contatto di varia natura, impianto di anelli corneali intrastromali (INTACS), il cross linking della cornea con riboflavina e nei casi più gravi il trapianto di cornea lamellare o perforante a tutto spessore.
La topografia corneale nel cheratocono è essenziale per stabilire quale sia la cura più indicata.
Per rallentare la progressione del cheratocono occorre evitare di sfregare gli occhi e se il cheratocono è in fase iniziale è utile il cross linking del cheratocono. Il trattamento del cross linking serve per rendere la cornea più resistente e quindi più difficile la sua deformazione. Può essere effettuato solo in casi selezionati.

La chirurgia del cheratocono mini invasiva è rappresentata dagli anelli intrastromali o INTACS. Questi anelli di materiale plastico vengono introdotti nella parte periferica della cornea permettendo di appiattire e regolarizzare il centro del cheratocono. Gli anelli intrastromali possono migliorare la vista e/o la tollerabilità alle lenti a contatto nel cheratocono.
Il vantaggio di questa chirurgia del cheratocono è la assoluta reversibilità. Gli anelli qualora non tollerati possono venire rimossi in modo molto semplice e si ritorna alla condizione precedente l’intervento.

Quando il cheratocono è in fase più avanzata oppure non si tollerano le lenti a contatto la soluzione migliore per la cura del cheratocono è il trapianto di cornea lamellare anteriore detto anche DALK (Deep Anterior Lamellar Keratoplasty) che può essere eseguito con diverse tecniche.
Tuttavia i centri di cura del cheratocono che eseguono questo tipo di trapianto sono pochi e selezionati perché questa metodica è tecnicamente complessa. Vi consigliamo di rivolgervi solo a centri specializzati per la cura del cheratocono che eseguono questa metodica.
Nel trapianto lamellare anteriore DALK si toglie la parte di cornea malata e si lascia l’endotelio della cornea del paziente che è sano.
Il vantaggio è una convalescenza più veloce e minori complicazioni. In presenza di un cono iniziale o di un cono fermo alla fase iniziale può essere possibile ottenere una buona visione anche con un occhiale; nei casi più avanzati spesso buoni risultati si ottengono con l’uso di lenti a contatto che, livellano per cosi dire le irregolarità corneali, ma non rallentano una eventuale progressione della malattia.

Le cornee con cheratocono sono diversissime tra loro, si può dire che ogni cheratocono è differente dall’altro; ci sono poi differenze di sensibilità da persona a persona.
Per questo le varie case costruttrici mettono attualmente a disposizione dell’applicatore una gran quantità di lenti a contatto per cheratocono: gas permeabili con geometrie d’appoggio molto diversificate e passaggio d’ossigeno anche elevatissimo, morbide spessorate, lenti a contatto ibride come le Janus che sono gas permeabili al centro e morbide in periferia.Sono inoltre possibili applicazioni ibride ( piggyback ) : una lente a contatto morbida sulla cornea e una gas permeabile sulla morbida.
Le soluzioni ibride si utilizzano quando è necessario migliorare confort e centratura delle lenti. Le lenti invecchiano e si deteriorano con l’uso. Si sostituiscono in tempi diversi a seconda del tipo, al massimo dopo due anni. Se ci sono stati cambiamenti del cheratocono si approfitta della sostituzione per modificare i parametri della lente a contatto adattandoli alla nuova topografia corneale. Raramente si rende necessario sostituire una lente dopo pochi mesi a causa di una rapida variazione del cono.